ERWINIA AMYLOVORA
IL TERRITORIO
E’ caratterizzato prevalentemente da coltivazioni erbacee (pomodoro, medica, bietola, cereali); l’area coltivata a pero, concentrata nella Bassa Val d’Arda, è sottoposta a stretta sorveglianza. Nella Provincia finora sono stati rinvenuti casi isolati di colpo di fuoco batterico, nel 1999, 2000, 2005 e 2006, 2007 che sono stati eradicati.
UN PO’ DI STORIA
Il Consorzio Fitosanitario Provinciale, Ente Pubblico non economico svolge fin dalle origini importanti compiti contemplati dalla legge istitutiva. In particolare è chiamato ad “organizzare e vigilare sulle operazioni di difesa contro le malattie delle piante con tecniche finalizzate a ridurre l’impatto ambientale” e a sorvegliare la corretta esecuzione delle lotte obbligatorie. Tra le avversità di particolare importanza sul territorio regionale negli ultimi anni, vi è la Erwinia amylovora temuta batteriosi del colpo di fuoco batterico delle rosacee. La comparsa dei primi casi è stata riscontrata da ispettori fitosanitari nella pianura bolognese a partire dal 1994. Pochi focolai sono stati riscontrati nel 1995 e 96, mentre si è avuta una esplosione della malattia nelle annate 1997-98, con presenza elevata nelle province di BO-FE-MO-RE-RA in cui nelle aree colpite si sono verificate condizioni meteorologiche molto favorevoli al patogeno (alte temperature estive, frequenti grandinate, forti acquazzoni). I focolai ufficialmente accertati nel 1998 sono stati oltre 1200 con l’abbattimento di circa un milione di piante fra giovani e adulte che rappresentavano oltre l’1% della totale superficie coltivata a pero dell’Emilia Romagna, mentre una superficie estremamente inferiore ha interessato le piante ornamentali.
COSA DANNEGGIA
Le principali piante colpite appartengono a fruttiferi: (pero, melo, cotogno, nespolo) e a ornamentali: (biancospino, piracanta, cotognastro, agazzino).
I sintomi della malattia sono a carico dell’intera pianta interessando particolarmente fiori, frutti, germogli e frutti. Il Decreto di Lotta Obbligatoria del 10 settembre 1999 prescrive l’eliminazione e la distruzione col fuoco di piante infette o di parti asportate. Deve inoltre essere istituita una “zona di sicurezza” di raggio 1 Km dal punto del focolaio, in cui vengono effettuati controlli accurati anche negli anni successivi a quello dell’accertamento.
IL MONITORAGGIO A PIACENZA
In Provincia di Piacenza i numerosi sopralluoghi compiuti da tecnici del Consorzio Fitosanitario alla rete regionale di monitoraggio (2 visite annuali in ogni punto posizionato ogni 5 Km della superficie provinciale) sia a singoli frutteti e a vivai hanno permesso di escludere la presenza della malattia fino a tutto il 2001.
Nel 1999 i primi controlli effettuati nel periodo primaverile hanno dato esito negativo, solo a metà agosto è stato individuato un caso “positivo” a carico di una pianta di biancospino in comune di Podenzano. In futuro sarà quindi particolarmente accurata l’attività di controllo nei vivai, nei frutteti, nelle aree pubbliche e private per individuare nuovi casi.
COME CI SI DIFENDE
I principali consigli di profilassi possono essere così sintetizzati:
- asportare tutto il materiale secco compresi i 70 cm al di sotto della zona interessata
- disinfettare ogni volta forbici o attrezzi di taglio con sali di ammonio quaternari
- bruciare in azienda tutto il materiale potenzialmente infetto
- effettuare trattamenti con prodotti rameici (100g/hl di Cu metallico) entro 24-48 ore dall’evento grandigeno.
- seguire le indicazioni del bollettino.
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