Orobanche

Orobanche

PHELIPANCHE = OROBANCHE RAMOSA

COS’E’

Le orobanche sono delle infestanti parassite obbligate. Essendo prive di clorofilla non possono svolgere la fotosintesi clorofilliana e mancando di un vero e proprio apparato radicale devono necessariamente assumere sostanze elaborate e acqua dalla pianta ospite che parassitizzano. L’elevata diffusione delle infestazioni di O. ramosa è presumibilmente da mettere in relazione alla enorme quantità di semi prodotti da una pianta (da 5.000 fino a 500.000) i quali, essendo di piccole dimensioni, si propagano facilmente con il vento, con le acque di irrigazione e con le macchine che operano le lavorazioni dei suoli e le raccolte.

COME VIVE

Il seme rimane vitale per lunghissimo tempo nel terreno, anche più di dieci anni, e germina solo in presenza di essudati prodotti dalle radici della pianta ospite. La radichetta o tubulo germinativo è un filamento esile che si accresce in direzione della radice della pianta ospite sulla quale si fissa tramite un organo detto appressorio. Nel punto di penetrazione si forma un tubercolo dal quale si dipartono i turioni che progressivamente si allungano fino a fuoriuscire dal terreno raggiungendo una altezza tra 10 e 30 cm. I numerosi fiori di colore violaceo presenti sull’infiorescenza danno origine a frutti (capsule) che contengono migliaia di piccolissimi semi, della dimensione di 0,2-0,3 mm. Le capsule si aprono a maturità liberando i semi, alcuni dei quali rimangono dormienti, mentre altri sono in grado di germinare immediatamente in presenza delle piante ospiti.

Diffusa presenza di orobanche (Foto Ruggero Colla)

IL MONITORAGGIO A PIACENZA

Le infestazioni di Orobanche ramosa, come già avvenuto negli ultimi anni, hanno interessato alcuni appezzamenti di pomodoro presenti nella nostra provincia. Le varietà più colpite sono state quelle a ciclo precoce e medio. Il genere Orobanche comprende numerose specie che parassitizzano diverse colture agrarie presenti principalmente nei Paesi dell’Europa meridionale e del bacino del Mediterraneo. Orobanche (Pelipanche ramosa) può infestare molte specie coltivate appartenenti a importanti famiglie quali Solanaceae, Leguminosae, Compositae, Liliaceae, Cruciferae, Cucurbitaceae, Umbelliferae. Tra le colture di maggiore interesse per le nostre province ricordiamo cipolla (Allium cepa L.), colza (Brassica napus L.), peperone (Capsicum annuum L.), girasole (Helianthus annus L.), pomodoro (Lycopersicon esculentum Mill.), patata (Solanum tuberosum L.) e trifoglio (Trifolium sp.).

COME SI COMBATTE

La lotta a questa pianta parassita è molto difficile e si basa principalmente su pratiche agronomiche quali rotazioni e adeguate lavorazioni del terreno. Prove di campo hanno evidenziato un buon contenimento delle orobanche con applicazioni di sostanze attive appartenenti al gruppo delle sulfoniluree, sia in manichetta che in applicazioni fogliari. Ad oggi l’unico principio attivo registrato per la coltivazione del pomodoro da pieno campo è il rimsulfuron(executive) applicato in manichetta. Nei prossimi anni a tale sostanza potrebbero aggiungersene altre per le quali è in corso la verifica dell’efficacia mediante prove di campo nell’ambito di una sperimentazione fra i Consorzi Fitosanitari di Parma e Piacenza e l’Istituto di Agronomia della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Analogamente è stato avviato l’iter registrativo da parte delle Società detentrici delle suddette molecole.

Approfondimenti

L’informatore agrario 7/2015 “Orobanche nel pomodoro: strategie di contenimento”