Processionaria del pino

Processionaria del pino

Cos’è

E’ un lepidottero defogliatore che attacca un po’ tutte le specie di pino fra cui Pino nero (Pinus nigra) e Pino silvestre (P. sylvestris) costituiscono gli ospiti eletti ma è in grado di svilupparsi anche su Pino d’Aleppo (P. halepensis), Pino da pinoli (P. pinea), Pino marittimo (P. pinaster), P. insignis e, più raramente, su P. strobus e Larice (Larix decidua) e su varie specie di cedro (Cedrus spp.). Questi insetti di taglia media defogliano le piante su cui vivono. Sono presenti ovunque in Italia e diffusi in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo. Gli adulti hanno ali anteriori di colore grigiastro con striature più scure e ali anteriori chiare con una macchia più scura al margine posteriore. Le femmine hanno antenne filiformi mentre nei maschi sono bipettinate. Le larve presentano delle verruche fornite di peli urticanti, hanno abitudini gregarie e si spostano camminando in processione. 

Come vive

Compie una generazione all’anno. Gli adulti sfarfallano dalla metà di giugno fino alla fine di agosto con massimo in luglio. Le femmine depongono le uova (da 70 fino a oltre 300) a guisa di manicotto attorno a due aghi. Dalla metà di agosto compaiono le prime larve, queste manifestano abitudini gregarie, si alimentano a spese degli aghi scheletrizzandoli e costruiscono dei nidi sericei nelle parti meglio esposte della pianta. In ottobre alla fine della terza età, costruiscono dei nidi più grandi all’interno dei quali trascorrere l’inverno e da cui escono nelle ore notturne per alimentarsi quando la temperatura è superiore a 0°C. E’ alla fine dell’inverno nei mesi di febbraio-marzo che le larve, ripresa in pieno l’attività trofica, producono i danni maggiori. Verso la fine di maggio, terminato il V stadio evolutivo, abbandonano i nidi e scendono in processione fino al suolo. Trovato un luogo adatto si interrano a una profondità di 5-20 cm chiudendosi all’interno di un bozzolo. La metamorfosi può essere portata a termine nel corso dell’estate, ma molto di frequente le larve entrano in diapausa e si ha sfarfallamento solo nell’estate successiva o addirittura qualche anno dopo per le zone di montagna.

Cosa danneggia

Le larve si alimentano a spese delle parti vegetative delle piante ospiti, scheletrizzando e divorando gli aghi. Le piante giovani in seguito a defogliazioni intense possono subire i danni maggiori indebolendosi e divenendo preda di altri insetti quali scolitidi e pissode. Le infestazioni, che seguono cicli di 5-7 anni, interessano piante ben esposte al sole spesso su terreni aridi che crescono ai bordi dei coniferamenti. Le larve oltre la III età presentano nella zona centrale di ciascun urite delle cavità ricchissime di microscopici peli urticanti che possono provocare irritazioni cutanee, agli occhi, alle mucose e alle vie respiratorie di chi incautamente cerca di rimuove i nidi o si sofferma sotto le piante infestate.

Come si combatte

Per combattere efficacemente l’insetto è indispensabile, innanzitutto, evitare la messa a dimora di conifere del genere Pinus (in particolare di Pinus nigra) ad un’altitudine inferiore ai 500 m s.l.m. e, in ogni caso, nelle zone particolarmente colpite dal parassita. In presenza di infestazioni occorre poi intervenire in diversi momenti dell’anno.

In inverno si effettua la raccolta dei nidi e lo smaltimento in discarica (o possibilmente la distruzione col fuoco), operazioni da eseguirsi con la massima cautela per evitare ogni contatto con i peli urticanti delle larve.

A fine estate (fine agosto-inizio settembre) si interviene con trattamenti alla chioma con un insetticida microbiologico a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki. Dosi di 100-150 grammi di prodotto diluiti in 100 litri d’acqua forniscono ottimi risultati nei confronti delle larve di prima e seconda età. Dosi superiori (fino a 300-350 g/hl) si rendono necessarie in caso di larve più grosse. I trattamenti vanno eseguiti in ore serali e in assenza di vento, avendo cura di bagnare la chioma in maniera uniforme. Il prodotto ha un’azione limitata nel tempo ed è facilmente dilavabile. Pertanto, in caso di grosse infestazioni o di piogge dilavanti, è bene ripetere il trattamento dopo alcuni giorni.

Il prodotto microbiologico consigliato è del tutto innocuo per l’uomo, i vertebrati e gli insetti utili in genere.

Mezzi complementari di lotta sono inoltre costituiti dalle trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti. Le trappole vanno installate nella prima metà di giugno, fissandole a un ramo in posizione medio alta e sul lato sud ovest delle piante. In parchi e giardini si consigliano 6-8 trappole per ettaro, distanti tra loro 40-50 metri, mentre nei boschi esse vanno collocate ogni 100 metri lungo il perimetro e le strade d’accesso. Le trappole vanno inoltre posizionate soprattutto nei punti più soleggiati e dove l’infestazione è di solito maggiore.

Si ricorda che le spese sostenute per l’attuazione di interventi di lotta alla processionaria del pino sono a carico dei proprietari delle piante infestate.

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