Stolbur

Stolbur

VIRESCENZA IPERTROFICA

COS’E’

Lo stolbur è un fitoplasma che colpisce le piante di pomodoro, soprattutto quelle a ciclo tardivo, crea profonde alterazioni morfologiche e di sviluppo vegetativo dovute a variazioni del bilancio ormonale e metaboliche.

L’agente che causa tale malformazione appartiene allo stesso gruppo degli agenti che causano anche il legno nero della vite, si pensa infatti che il vettore sia il medesimo cioè lo Hyalesthes obsoletus.

COSA DANNEGGIA

I sintomi dovuti a Stolbur sulle piante di pomodoro sono ben visibili, soprattutto nella fase finale del ciclo produttivo. Le piante assumono portamento eretto, con fusti ingrossati, germogli con internodi corti, affastellamento della vegetazione dovuto alla produzione di getti ascellari, laciniatura fogliare, foglie piccole di color giallo verdognolo (clorotiche) a volte violacee, con margini arrotolati verso l’alto.

Sulle parti basali dei fusti si osserva la proliferazione di radici avventizie aeree. I grappoli fiorali presentano ramificazioni dicotomiche, i fiori appaiono malformati e sterili, con sepali giganti e petali caratterizzati dalla perdita di pigmenti naturali (virescenza). I frutti già formati si presentano piccoli e deformi, con polpa dura e asciutta, e rimangono tenacemente attaccati alla pianta anche dopo il vaglio della macchina raccoglitrice.

IL MONITORAGGIO A PIACENZA

La virescenza è stata osservata sporadicamente nel nord Italia, ma nel 2005 in provincia di Parma si è notato un aumento della malattia negli appezzamenti di pomodoro.

Il monitoraggio in provincia di Piacenza, è iniziato nel 2006 ed ha riguardato appezzamenti di pomodoro soprattutto tardivo;

  • coltivazioni tardive in successione a prato stabile;
  • coltivazioni tardive in successione a cereale a paglia con scarso o nullo controllo delle infestanti convolvulacee rappresentate da Convolvulus arvensise Calystegia sepium sia nella coltura che nelle stoppie.

nella maggior parte dei casi sono stati rilevati i sintomi della virescenza in casi sporadici e limitati ad alcune piante per appezzamento.

Un caso particolare, si è registrato nel Comune di Piacenza nel 2008 in cui in una coltivazione, in successione a prato stabile, le piante colpite da sintomi della malattia hanno superato il 35%.

Considerata la potenziale pericolosità di infezione, l’attività di monitoraggio è proseguito con maggior impegno anche negli anni successivi.

Nel triennio 2009-2011 è stato eseguito un approfondito monitoraggio che ha riguardato un centinaio di campi di pomodoro tardivo distribuiti sul territorio provinciale. Nell’ambito di tale controllo sono stati analizzati campioni sia di piante sintomatiche che asintomatiche, sono state raccolte informazioni sia geografiche che agronomiche riguardanti ciascun appezzamento.

Dall’elaborazione di tali dati sono scaturite delle mappe d’intensità in cui i punti monitorati cambiano colore in base alla percentuale di piante attaccate dalla malattia.

COME CI SI DIFENDE

Al momento è possibile mettere in atto solo misure preventive e pertanto negli areali già infetti, si consiglia di evitare di coltivare pomodoro in terreni posti nelle vicinanze di zone incolte e canali.

Non potendo intervenire con trattamenti chimici diretti contro il patogeno perchè H. obsoletus è molto polifago e visita solo occasionalmente le piante di pomodoro, è importante un’attenta gestione del territorio con l’eliminazione delle piante spontanee e delle malerbe che risultano in grado di conservare i fitoplasmi, nonché delle piante di pomodoro alla comparsa dei primi sintomi della malattia, al fine di abbassare la presenza di focolai infettivi.

La lotta insetticida contro H. obsoletus è inefficace in quanto gli stadi giovanili vivono sottoterra e gli adulti visitano solo saltuariamente le colture di interesse agrario.

I danni produttivi, in alcuni casi, sono rilevanti in quanto viene a mancare la formazione delle bacche degli ultimi palchi.

Aumento della perdita produttiva con l’avvicinarsi dell’epoca di raccolta in seguito ad un peggioramento dei sintomi e un aumento del numero di bacche marcescenti.